Articolo tratto dal "Popolo di Lecco" del 5 agosto 1939
(collezione Ceschiat)

È qui, fra queste ridenti vallate, fra il verde dell'incantevole Valassina e l'azzurro del nostro bel lago, che la diana ha sonato a distesa per dare appuntamento, a tutti indistintamente, per la quindicesima edizione del Lario.
È qui, che, da quindici giorni, gli sguardi degli sportivi si sono rivolti; è qui dove, su un arduo carosello dai 300 tornanti, i più forti campioni e le più attrezzate macchine, si sono date battaglia; è qui, infine, che il motociclismo italiano ha celebrato la sua festa: festa di sport e festa di popolo.

Trionfo del motociclismo
Passano guizzanti le moto: un rombo, un festoso applauso, un evviva e già scompaiono inghiottite dalle infinite curve. Gli animi sono accesi di entusiasmo, il cuore batte forte forte... Questo è il Lario: per due ore e mezza si è vissuto uno spettacolo indimenticabile. Su questo tracciato che si snoda nell'incantevole bellezza di questo angolo del lago, e che costituisce la prova più completa e più severa per i nostri motociclisti; su questo serpeggiante anello che riveste quella classicità da non smentire le più belle tradizioni, domenica si è tenuta a battesimo, in una luminosa giornata, la quindicesima edizione del Lario.
Ancora una volta abbiamo vissuto una giornata ricca di tutte le emozioni: ancora oggi, ritornando sull'argomento, ci sembra d'obbligo rievocare tutto quanto i nostri occhi non hanno ancora abbandonato: folla ovunque, entusiasmo ad alta tensione, prodezze dell'uno o dell'altro a josa: tutto questo perchè il Lario esercita sugli sportivi uno speciale fascino, che, allo svilupparsi della corsa, si tramùta in irrefrenabile passione.
Domenica esso è stato, sì il banco di prova per i nostri centauri, ma è anche stato testimone di un sicuro progresso raggiunto in ogni settore sia nel campo organizzativo che in quello motoristico.

Guzzi e Gilera di fronte
Sconvolgendo ogni previsione, la vittoria ha arriso a Pagani, sul nuovo modello Guzzi "Condor". Abbiamo detto che questo successo non era previsto: ciò è forse un po' azzardato, comunque a detta dei tecnici era la "4 cilindri" Gilera di Serafini che raccoglieva i maggiori suffragi. Però noi, non esitavamo a collocare da terzo incomodo e con uguali probabilità, la «8 bulloni» Gilera di Fumagalli.
Diciamo questo, forse, perchè spinti da un senso di partigianeria? Mai più! A noi che abbiamo avuto occasione di osservare minutamente tutte lo prove generali, di vedere i piloti nei punti più difficili del percorso, e di controllarne i vari tempi, chi ci aveva destata la migliore impressione, erano appunto Pagani e Fumagalli.
Serafini, sebbene avesse nella "4 cilindri" un mezzo di gran lunga più veloce, (qualche ottimo tempo registrato sul giro dal campione milanese è stato celato...) non dava l'impressione che la potente macchina fosse l'ideale per questo genere di Circuito. Infatti sui tornanti del Ghisallo, Serafini perdeva leggermente terreno in quanto la moto pesante e lanciata a forte velocltà non è facile poterla tenere in curva, e questo fatto doveva quindi costringere Serafini a rallentare nei tornanti, per poi riprendere subito a una velocità maggiore per recuperare il tempo perduto.
Di contro la "8 bulloni" affidata a Fumagalli e Vailati - ma era sul primo che si nutrivano rosee speranze - dava l'impressione di essere la macchina adatta per questo tipo di circuito misto. Potente essa pure, era superiore alla "4 cilindri" per la sua più facile guida, il che consentiva a Fumagalli di compiere le rampe del Ghisallo in tempi ottimi. Il campione lecchese, già vincitore di un Lario, era un maestro sui tornanti; per questo lo schieramento della Gilera, seppure tutti non avevano dubbi in Serafini, era formidabile ed omogeneo.
La Guzzi allineava il solo Pagani con il nuovo tipo "condor" alimentato normalmente e che sviluppa una velocità oraria aggirantesi sui 180 km. Le sue doti principali sono: perfetta maneggevolezza e resistenza. Il campione guzzista, aveva girato assai velocemente dimostrando così che contro la coalizione della marca di Arcore, c'era in campo un binomio, Pagani-Guzzi, temibilissimo.

Successo di Pagani
E la vittoria è andata proprio a lui. Domenica il valoroso pilota ha certo ottenuto il suo più bel successo: è la prima volta che vince al Lario e questo trionfo è il capolavoro della sua vita sportiva. Pagani, con la irruenza che lo distingue, la sicurezza e la padronanza della fida macchina, s'è rivelato pilota di ottime qualità e di sicuro avvenire. Il Lario, alla sua quindicesima edizione, l'ha Iaureato campione: ed ha incoronato regina la Guzzi "condor".
A Mandello, festa: e non a torto, perchè le cure con cui la sportivissima casa ha prodigato alle sue macchine per metterle in piena efficienza per il Lario (ed ha trionfato in tre categorie), sono degne della massima lode. E lode sia pure ai troppo sfortunati sconfitti, non vinti! Serafini e Fumagalli sono stati tolti dall'aspra lotta, mentre la battaglla divampava in pieno, dalla più nera sfortuna. Infatti dopo aver percorso il giro più veloce e mentre, nettamente in testa, Serafini s'apprestava a compiere il quarto giro, nei pressi di Barni gli si spezzava il comando del gas, per cui doveva ritirarsi.
La lotta era tuttavia ancora incerta e interessante: Fumagalli ora a ridosso di Pagani, quando, poco dopo la Visgnola, effettuava una paurosa caduta. A proposito, qui i pareri sono discordi: alcuni affermano di aver visto la moto, lanciata a forte velocità suI breve piano, sbandare paurosamento per effetto di un sasso; altri attribuiscono questo ad un malore del pilota; comunque sta di fatto che Fumagalli, percorso una cinquantina di metri sempre con la moto sbandante, andava a finire contro un muricciolo, dopo un pauroso salto di parecchi metri. Il suo stato appariva piuttosto preoccupante sì da richiedere il trasporto all'ospedale di Como.
E facciamo una breve parentesi perchè, da queste colonne, giunga allo sfortunato campione, I'augurio sincero di tutti gli sportivi lecchesi, per una pronta guarigione. La sua corsa è stata superba: senza l'incidente occorsogli avremmo certamente assistito ad un entusiasmante duello fra lui e Pagani. Questo lo rimandiamo all'anno prossimo... sicuri di una rivincita. Va bene, caro Carlo? Così, spariti i due più temibili avversari, la gara non ha avuto storia: meglio la potremmo definire come una passeggiata trionfale di Pagani.

Il circuito del Lario